Un mutuo per l’acquisto di una casa senza interessi suona un po’ come una chimera, ma in realtà è possibile detrarre.
Quando si parla di detrazione della spesa per gli interessi su un mutuo ci si riferisce alla possibilità di recuperare buona parte dell’esborso affrontato per i tassi e oneri accessori. Normalmente, ogni mutuo che si rispetti comporta il pagamento di interessi al fine di remunerare la banca o l’istituto finanziario che eroga il finanziamento. Senza interessi, non ci sarebbe nemmeno il mutuo! Tuttavia, in alcuni casi, è possibile poter affrontare il finanziamento per l’acquisto della casa senza considerare la spesa (in genere alta) per gli interessi.
Lo si può fare sfruttando innanzitutto le agevolazioni statali, studiate apposta per favorire l’acquisto di casa da parte di una determinata categoria sociale. Oppure rivolgendosi a iniziative speciali che offrono mutui agevolati con interessi bassi o addirittura a tasso zero. Tali possibilità sono aperte sempre per determinate categorie di acquirenti o in determinate circostanze.
Tutto sta nel saper cogliere l’esistenza e la sfruttabilità di tali opportunità e di capire se c’è modo di aderirvi subito. Più in generale, è possibile detrarre nel 730 alcuni interessi. E qui il problema diventa capire quali spese si possono detrarre con gli interessi passivi del mutuo e quali no.
Il segreto è quindi la detrazione fiscale degli interessi passivi relativi al mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale. In questo modo si può ridurre parecchio l’imposta dovuta. Lo sconto è disciplinato dall’articolo 15 del TUIR, cioè il testo unico delle imposte sui redditi, ed è pari al 19% degli interessi passivi e degli oneri accessori.
Si calcola su un limite massimo che corrisponde a 4.000 euro l’anno di spese. E il limite massimo è da ripartirsi in caso di mutuo cointestato, tranne nel caso in cui uno degli intestatari è totalmente a carico dell’altro a livello fiscale. L’agevolazione, come accennato, vale solo se il mutuo è per l’acquisto dell’abitazione principale.
L’acquisto deve poi avvenire l’anno antecedente o quello successivo alla stipula del mutuo. Il risparmio arriva anche sull’intero importo delle maggiori somme corrisposte a causa delle variazioni del cambio di valuta (se i mutui sono stipulati in altra valuta). Si risparmia poi sulla commissione spettante agli istituti di credito per la loro attività di intermediazione e su vari oneri fiscali, tra cui l’imposta per l’iscrizione o la cancellazione di ipoteca.
Ci sono però costi relativi agli interessi che non possono essere detratti. Per esempio le spese di assicurazione dell’immobile e quelle inerenti all’onorario del notaio per la stipula del contratto. Non si detraggono le imposte di registro, l’IVA e le imposte ipotecarie e catastali. Stessa storia per le spese per l’incasso delle rate di mutuo, gli interessi pagati a seguito di aperture di credito bancarie e di cessione di stipendio.
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