Una stanza in più, e sanata. E’ questa una delle possibilità offerte dal decreto Salva Casa di Salvini. Ma non è privo di costi.
Il Governo di centrodestra presieduto da Giorgia Meloni ha recentemente approvato il Decreto Salva Casa. Per molti un condono edilizio, per altri, invece, una misura di civiltà per permettere agli italiani di risolvere piccole irregolarità nei propri immobili. Ma entriamo nel dettaglio: ecco cosa prevede il provvedimento.
Oltre al Decreto Salva Casa, il Governo sta lavorando a una riforma strutturale dell’edilizia, che potrebbe tradursi in una legge delega per il riordino del Testo Unico dell’Edilizia (DPR 380/2001) e della legge urbanistica (legge 1150/1942).
Sul tema dei condoni – che siano di natura fiscale o edile – l’Italia è, da sempre, spaccata. Tendenzialmente, il centrodestra li ha sempre appoggiati, sostenendo come si tratti di provvedimenti che possano facilitare la vita degli italiani, senza accanirsi per piccole irregolarità.
Dall’altro lato, invece, il centrosinistra non ha mai apprezzato particolarmente questo tipo di politiche, ritenendole, di fatto, un favore ai trasgressori. Seppur piccoli. Al netto di questa diatriba che riteniamo possa rimanere eterna, andiamo a vedere cosa cambia, nel merito, con il Decreto “Salva Casa”.
Tutti i dettagli sul Decreto “Salva Casa”
Questo provvedimento, fortemente sostenuto dal Vice Premier Matteo Salvini, introduce importanti novità in materia di condono per piccoli abusi edilizi, semplificazioni burocratiche e il meccanismo del silenzio-assenso per i permessi di costruzione. Una delle principali innovazioni del Decreto Salva Casa è la possibilità di sanare piccole irregolarità interne degli edifici, che secondo uno studio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri potrebbero interessare fino all’80% delle abitazioni. Il decreto introduce la “Pace Edilizia” per difformità minori o irregolarità strutturali, consentendo la regolarizzazione anche per abusi più significativi (come la chiusura di una veranda o l’aggiunta di una stanza), previo pagamento di sanzioni proporzionate all’entità della non conformità.
Il Decreto interviene su varie tipologie di irregolarità edilizie: difformità formali dovute a interpretazioni incerte sullo stato legittimo dell’immobile; interventi realizzati in passato senza formale autorizzazione; parziali difformità non sanabili per la disciplina della “doppia conformità”. Inoltre, introduce semplificazioni per le modifiche interne agli appartamenti, come la ristrutturazione di immobili precedenti agli anni ’50 privi di documentazione, modifiche di tramezzi e soppalchi, verande, tende e pompe di calore.
Il ministro Salvini tende a precisare che non si tratta di un condono, ma di una sanatoria che permette di mettere in regola le difformità mediante il pagamento di una sanzione proporzionale all’aumento di valore dell’immobile causato dalla modifica. Per le irregolarità più significative, come l’aggiunta di una stanza o la chiusura di una veranda, la sanzione potrà raggiungere un massimo di 30.984 euro, sempre che esista un titolo edilizio. Gli abusi totali, invece, non saranno sanabili.
Il Decreto prevede anche l’introduzione dell’edilizia libera per vetrate panoramiche amovibili e tende da terrazzo, permettendo l’installazione senza bisogno di permessi. Inoltre, il principio della doppia conformità sarà superato e i cambi di destinazione d’uso tra categorie omogenee saranno semplificati. Il silenzio-rigetto verrà sostituito dal silenzio-assenso, rendendo più rapide le procedure di autorizzazione.