La riforma delle pensioni che ha in progetto il Governo di Giorgia Meloni sarà un po’ diversa da quel che pensavamo. Vediamo nei dettagli.
E’ da quando Giorgia Meloni ha fatto il suo ingresso a Palazzo Chigi che tutti attendiamo con ansia una riforma delle pensioni strutturale. Arriverà con la prossima legge di Bilancio? Troppo presto per dirlo. Quel che è certo è che i cambiamenti potrebbero essere molto diversi da quelli auspicati dagli italiani.
La questione delle pensioni resta la più scottante e, forse, la più urgente da risolvere. Uno dei cavalli di battaglia del premier Giorgia Meloni in campagna elettorale, del resto, era proprio la cancellazione della legge Fornero che ha portato l’età pensionabile a 67 anni.
Secondo la legge Fornero, infatti, per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria è necessario soddisfare tre requisiti:
L’obiettivo del Governo di Giorgia meloni è andare oltre la Fornero ed estendere a tutti Quota 41. Stando alle prime voci, tuttavia, ciò che effettivamente verrà fatto potrebbe discostarsi molto sia dai buoni propositi del Governo che dalle speranze dei contribuenti. La legge di Bilancio 2025 potrebbe portare novità tutt’altro che positive sul fronte previdenziale.
Un vecchio proverbio recitava che le pareti dell’Inferno sono state costruite con le buone intenzioni dei peccatori. Questo sta a significare che, più delle intenzioni, contano i fatti reali. E nella realtà la prossima legge di Bilancio potrebbe penalizzare tanti lavoratori. vediamo cosa potrebbe succedere secondo le prime stime.
Verrà finalmente cancellata la legge Fornero ed estesa a tutti Quota 41 come vorrebbe la Lega? Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, non ha dubbi: nel 2025, finalmente, Quota 41 sarà estesa a tutte le categorie e prenderà il posto di Quota 103. Al momento, infatti, possono fruire di questa misura solo i lavoratori con invalidità uguale o superiore al 74%, i disoccupati e gli addetti ai lavori usuranti.
C’è un grande “ma” di cui tenere conto. Estendere a tutti Quota 41 comporterebbe per lo Stato una spesa non inferiore ai 9 miliardi di euro solo per il primo anno. Spesa che l’Inps, al momento, non può assolutamente sostenere. Dunque, a partire dal 2025, Quota 41 potrebbe davvero essere estesa a tutti MA a patto di accettare il ricalcolo contributivo di tutte le pensioni.
Con il ricalcolo contributivo Quota 41 diventerebbe sostenibile per lo Stato ma i contribuenti riceverebbero ogni mese un assegno previdenziale più basso di circa il 20% di quello a cui avrebbero avuto diritto. Durante il Festival dell’Economia di Trento, l’ex Ministro del Lavoro Elsa Fornero è intervenuta è ha asserito: “Il sistema pensionistico attuale è abbastanza sostenibile. Quota 41 non è sostenibile. È inutile parlare di controriforme ma aiutiamo le persone che sono in difficoltà. Quello che è sbagliato è pensare di risolvere i problemi con il pensionamento anticipato… Quando si fanno le promesse bisogna pensare che poi saranno i giovani a pagarle”.
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